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pompino, che passione


di aurispa
04.11.2024    |    24    |    0 8.7
"Lo strinsi per godere della virilità del maschio infoiato e iniziai istintivamente a segarlo..."
La passione per il cazzo è iniziata da subito. Il pene rappresenta la virilità, la forza e la determinazione del maschio nell'ottenere il dominio sulla femmina. Per questa ragione, considerando la mia naturale vocazione alla sottomissione sessuale, ho amato da subito il membro maschile. Da femmina cerebrale, averlo in mano, sentirlo crescere ed indurirsi sotto le mie attenzioni, mi ha sempre eccitato. Quando ho avuto la possibilità di poterlo anche assaporare è stata l'apoteosi, l'esplosione della mia sessualità tutta al femminile. A pensarci bene anche la perdita della verginità non è stata così intensa cerebralmente quanto gustare il primo pompino.

Avevo sempre sognato la prima volta in cui potevo prenderlo in bocca, come una ragazza pensa alla sua prima scopata. Immaginavo un cazzo durissimo, nodoso, pronto ad esplodere dalla cappella violacea e ben definita. Sognavo lui che mi avrebbe messo la mano sulla nuca e dettato il ritmo del pompino, come avevo visto nelle riviste pornografiche.

Essere femmina rappresentava un traguardo. Le amiche che avevo mi parlavano dei loro rapporti con i rispettivi ragazzi. Non sapevano che i loro racconti erano per me fonte di apprendimento e di immedesimazione. Una di loro in particolare, mi raccontò del suo amore per il sesso orale ma anche delle difficoltà che ebbe per imparare a prenderlo in bocca senza fare male al partner con i denti. Un altra mi spiegò che rifiutava di ingoiare lo sperma e che questo non era apprezzato dal suo fidanzato. Insomma, ascoltavo e mettevo da parte in attesa della mia prima volta.

Indossavo intimo femminile che avevo acquistato con santa pazienza mettendo da parte quanto potevo. Da adolescente il portafoglio è quasi sempre a secco. Frequentavo i grandi magazzini e il reparto corsetteria era per me il posto ideale. Ascoltavo le donne parlare di reggiseni e mutandine. Impazzivo letteralmente davanti ai reggicalze. A casa ne scovai uno di mia madre che feci mio. Indossarlo mi faceva sentire donna a tutto tondo. Mi piaceva da matti e mi regalava goduria vedermi allo specchio con le calze nere finissime e ricamate sui bordi e il mio reggicalze di raso celeste. Così sognavo di essere accarezzata da un maschio, di essere apprezzata e desiderata.

Andai al negozio di intimo con timidezza e imbarazzo. Alla commessa dissi che era un regalo per la mia ragazza. Presi una parure rosso cardinale. Tornai a casa e l'indossai. Mi piaceva da pazzi il contatto della stoffa sulla pelle, erano capi lavorati con pizzi sugli orli. Mi sentivo femmina. Così qualche giorno dopo, indossai il mio nuovo intimo celati da una tuta sportiva da maschio e andai dritta al cinema porno. Imbarazzante comprare il biglietto sotto l'occhio indagatore del commesso ma entrai. Manco a dirlo sul grande schermo c'era un cazzo enorme, dalla pelle liscia che veniva curato dalle attenzioni d una biondona dalle tette enormi. Si dava da fare con quell'arnese con le mani e con la bocca. Una bell'accoglienza! Mi spostai verso le poltrone delle file centrali. Non sapevo che c'erano delle regole da rispettare ed andai a caso. Mentre sullo schermo la donna si dava da fare a far godere il suo stallone, un uomo si sedette al posto accanto al mio. Prese a toccarsi il suo membro che tirò fuori rapidamente. Iniziò a menarselo. Lo guardai sott'occhio era un bell'arnese anche se non riuscivo a vederlo bene nel buio della sala. Allungai la mano e lo toccai. Era duro anche se non al massimo della sua potenza. Lo presi nel pugno e lo segai. Non era la prima volta che prendevo un cazzo in mano ma certamente era quella più intrigante ed eccitante. Lo sentivo indurirsi sempre di più sotto la mia azione. Finché all'improvviso mi allontanò la mano. Stava godendo. Stette qualche secondo ancora poi rinserrò il suo membro nei pantaloni e se ne andò.
Restai come un coglione con una voglia di sesso che stava esplodendomi dentro alimentata dalle scene che scorrevano sullo schermo.

Ero furioso e voglioso nello stesso tempo, Mi alzai e scivolai verso il bagno. C'era gente in attesa ma i due water erano liberi. Entrai in uno e lasciai la porta socchiusa. Avevo voglia di cazzo ma se mi chiudevo a chiave era difficile soddisfarla. Infatti, dopo pochi istanti la porta si aprì. Entrò un uomo ben vestito con un abito grigio chiaro e incravattato. Un bell'uomo. Chiuse la porta con il chiavistello. Finalmente ce l'avevo fatta, ero con un maschio. Lui armeggiò con la cintura e sbottonò il pantalone. Il cazzo era ben visibile dentro gli slip. Fissai il pacco incantato, vedevo la sagoma del membro in erezione. Sembrava esplodere dentro agli slip, avevo l'impressione di un animale chiuso in gabbia che si dimenava per uscire fuori. Allungai timidamente la mano e sfiorai la bestia. Lo sentii durissimo. Il maschio era voglioso non aveva tempo per le smancerie mi prese la mano e la portò sul membro lo accarezzai. Lui con un gesto rapido abbassò gli slip. Con uno scatto il cazzo liberato dalla stretta del tessuto saettò fuori finendo dritto nella mia mano. Lo strinsi per godere della virilità del maschio infoiato e iniziai istintivamente a segarlo. Era scappellato ovviamente, e il movimento della mano era delicato e veloce, godeva della mia mano. Una donna avrebbe fatto lo stesso. Sentivo dalla sala un'attrice lanciare gridolini di godimento e questo aumentava la mia voglia di prenderlo in bocca, quasi avesse percepito i miei desideri lui mi invitò a fargli un pompino. Mi poggiò una mano sulla spalla e spinse giù. Scivolai sulle ginocchia e mi trovai il cazzo davanti alla faccia. Adesso potevo vederlo in tutta la sua bellezza. Il glande era grande violaceo con il prepuzio ben in evidenza. Il tronco nodoso e venoso. Doveva aver fatto godere molte fighe e deliziato tanti palati. Mi toccai tra le gambe percependo il fine trine dello slip istintivamente mi portai un mano sul seno coperto dal mio intimo di cui amavo follemente i ricami. Baciai il prepuzio e sporsi la lingua per assaggiarlo, con le mani a coppa sollevai la borsa testicolare apprezzando la consistenza della coppia, dischiusi le labbra e feci entrare lentamente la cappella. Lo sentii lanciare un gridolino di apprezzamento e di incoraggiamento. Mi spinsi in avanti cercando di far entrare anche il tronco ma non era facile, non riuscivo a respirare e lui si lamentava dei denti, allargai la bocca al massimo e riuscii a prenderne dentro una buona parte. Tornai indietro liberandolo dalla morsa della bocca. Adesso l'avevo davanti lucido della mia saliva ed era ancora più bello. Riaffondai queste volta preparato e riuscii ad arrivare sin quasi alla base. Scivolai indietro.

- scusa

mormorai con una vocina da ragazzina

- non sono molto esperta

lui non mi rispose mi impose la mano sula nuca spingendola avanti, ebbi appena il tempo di aprire la bocca che lui la riempì del suo membro. Sapeva di muschio, di maschio, le mie mani sulle sue cosce pelose ma sode. Mi tirai indietro per respirare e tornai alla carica. Avevo capito come fare ed ora ero più decisa e veloce in un pompino di discreta fattura. Scivolavo sul cazzo, leccavo le vene sporgenti, mi soffermavo sul glande succhiandolo delicatamente. Ero una femmina a tutto tondo che stava dando piacere al suo maschio. Lui mi bloccò la nuca con le mani

- apri la bocca che voglio scoparti

ubbidii, e lui entrò. Non ero più padrona della situazione. Lui dettava i tempi adesso. Entrava e usciva velocemente, la mia bocca era una fica da scopare.

- sto venendo

mi liberai dalla stretta lui si prese in mano l'arnese e lo segò velocemente sino a venire con un schizzo di sborra bianca che mi colpì sula guancia. Era densa e bollente. Seguirono altri fiotti. Il cazzo stette ancora in erezione per un pò. Lui sbuffando lo rinserrò negli slip, si tirò su i pantaloni e se ne andò lasciandomi da sola. Finalmente donna.
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